Post in evidenza

licenze

  [Commons Deed] [Legal Code]

venerdì 27 giugno 2008

ancora killeri

Qualcuno di voi ricorda il telefilm "Samurai"?
Era ispirato a un manga, che per qualche sconosciuto motivo (io credo che la ragione principale sia il fatto che gli editori italioti non ci capiscono un cazzo) non era ancora arrivato da noi.
Sto' mese è uscito il numero 28 e ultimo e quindi posso commentarlo.
È la traduzione dell'edizione americana. Risultato le copertine riportano 28 illustrazioni interessanti che non c'erano nell'edizione originale e tocca sciropparci il titolo "Lone Wolf & cub" in inglese, poiché è noto che gli editori italioti ritengono che i loro lettori sono così deficenti da non acquistare nulla che non abbia il titolo in inglese.
Il manga, ovviamente, è di livello superiore. Il disegno, molto sporco, è un gusto per gli occhi e ci vole di esse veramente pieni di se per accettare di fare le copertine che mettono a confronto il tuo lavoro co' 'na cosa come questa. La storia, parecchio giappo, è piena di intrighi politici, filosofia e azione. Bella, anche perché cambia registro sempre un attimo prima di diventare ripetitiva.
Racconta la vendetta di un vassallo dello shogun, caduto in disgrazia per via degli intrighi di corte che invece che fare seppoku decide, appunto, di vendicarsi.
Quindi lascia la via dello zen per entrare nella via del Meifumado (uno degli inferni buddisti, se non ricordo male). In pratica diventa un ronin e assassino a pagamento col nome di Lupo solitario e il suo cucciolo (perché della famiglia è sopravvissuto anche il figlio. Chi ricorda il telefilm ricorderà la carrizzina).
Pur essendo, alla fin fine, abbastanza infarcito di pippe sulla via del bushi e molto segnata dalla cultura specifica delle storie di Samurai (che poi sarebbero gli altri bushi, a parte i ronin) la lettura è piacevole, i personaggi per lo più interessanti e per niente stereotipati e lo spaccato della società feudale giapponese abbastanza accurato. Il che è molto per qualsiasi media.
Se ne avete la voglia e il tempo ne consiglio la lettura.
Alla bibionuvole, se non ricordo male, c'è.

sparare

Visto in foto, a conti fatti, non è che l'accrocco faccia la sua porca figura.
Il grosso era l'intreccio di cavi, ma non rende molto.
Passiamo ad altro.
Pur essendo, nei limiti degli impegni, ancora abbastanza nottambulo, i Fuori Orario, per lo più, li registro.
Immagino non sia una cosa particolarmente originale.
Ora, qualche giorno fa ho visto questo. a dir la verità l'ho visto in tre tappe.
Il titolo l'ho già dimenticato, cmq era quello in cui mostravano il killer di Darejan Omirdaev e the killer di John Woo.
Perché in tre volte? Intanto li registro proprio per vederli spezzati, raramente ho 5 o 6 ore consecutive per stare davanti alla tv.
Poi... beh, francamente, il killer è un film di una lentezza esasperante, con lunghe sequenze di camera fissa su oggetti il cui significato mi sfugge completamente e che non ti puoi neanche alzare e fare contemporaneamente qualcosa d'altro, nei momenti di maggior stanca, perché sottotitolato.
Peccato, perché l'intenzione era buona, fare un film che mostra quello che è diventata la società dopo il crollo dell'Unione Sovietica, raccontando la storia di un tizio che si rovina la vita indebitandosi per un banale incidente d'auto.
Banale per noi che c'abbiamo l'assicurazione obbligatoria, ovviamente (ma ce la leveranno, non preoccupatevi. Altra misura di sana selezione della specie).
Un bel contrasto con l'accademico, le cui lamentele per la perdita dei privilegi da accademico della scienza che aprono il film.
Purtroppo il cinema Sovietico era spesso esasperante rispetto ai tempi dell'azione, il crollo del sistema ha distrutto un sacco di roba, parte buona parte merdosa, ma questo l'ha lasciato intatto.
Stacco netto. John Woo, non ricordo più a quale festival, presentò un videogioco spara-spara.
Di quelli che sparandoti ti fanno solo un danno relativamente piccolo.
Poi passiamo a The killer.
L'azione è velocissima, viene applicata la regola numero uno dei film d'azione di Hong Kong (nessuno muore per un banalissimo proiettile) nonché il primo corollario (più il personaggio è tosto, più roba ci vuole per ammazzarlo). Il (mi pare) venticinquesimo corollario è: è obbligatorio usare il bazoka come arma antiuomo da vicino, malgrado il suo effetto sia ampiamente discutibile. Mentre il corollario 3 di qualsiasi film d'azione (nulla fa scheggia esplodendo) è perfettamente rispettato anche qui.
Ora, il film è avvincente, lo si guarda con gusto, arriva ad essere estetizzante nel piacere per l'immagine che il regista dimostra.
Ma, alla fine...
La storia di un killer che si innamora di una vittima collaterale della sua azione e che si sacrifica per trovare i soldi per l'operazione che le restituirà la vista.
Intanto fa amicizia con uno sbirro e perde il suo unico amico.
Il tutto negli intervalli di sparatorie in cui non vengono sparati meno di 15.000 proiettili.
Beh, un solo commento, i contenuti del primo con la forma del secondo avrebbero fatto un film perfetto.

mercoledì 25 giugno 2008

uffi

avecci du computer, anche se uno è un portatile, è un porco vantaggio.
Infatti il mio pc è saltato ancora una volta e io ho allestito sul tavolo una postazione transitoria, collegando il collegabile al portatile.
Prima di smontarlo, spero stasera, farò una foto.
Intanto mi sono connesso per aggiungere, a lato (spero sia leggibile) la lista delle cose che trovo, di volta in volta, sui volantini e che vorrei andare a vedere, sentire, fare baciare, lettera ecc.
Se invece non è leggibile troverò un'altra soluzione.
Se vi interessa qualcuno di sti appuntamenti fatemi sapere, magari si riesce ad andare insieme.

martedì 24 giugno 2008

un po' de cazzi mii

È un po', da prima delle elezioni, a conti fatti, che stò a sbroccà. Se non me do 'na calmata comincerò a avecce più di un problema. Per adesso i problemi ce l'ha l'ermi che non me sopporta più. Fatta la tara che 'ste cose non so mai colpa de uno solo, come biasimarla? Non me sopporto manco io...
Quindi mo, mentre bevo la seconda caffettiera della mattinata, prima di farmi una doccia e uscire per buttare un po' de monnezza al riciclo (qualcuno dovrà pur farlo) e smadonnare perché la solita sfiga vuole che ogni due per tre mi salta un pezzo del computer (che volete, ormai so vecchi anche i pezzi che avevo cambiato, fortuna che c'ho il portatile) e poi rientrare per fare du cazzate prima di andare alla laurea della Francesca (arriverò in ritardo, ovviamente. Ormai è un classico. Sto recuperando i crediti per le lunghe attese? Un'insolita concezione della bilancia karmica) butto giù du appunti.
Tanto per riprendere a postare regolarmente.
Cominci dall'ascolto di un album, piuttosto vecchio, dei Weather Report (mi direte, piuttosto vecchio si, so morti quasi tutti).
In realtà non è proprio così, anche perché in questa formazione aperta so passati quasi tutti i tizi tosti del jazz (esagero)
In ogni caso si tratta di Domino Theory.
Un veloce salto su internet è esaustivo (beh, non esageriamo, da un'infarinatura) su che vol dì.
Due veloci notazioni.
È ancora un bell'album, ma i miei gusti sono cambiati. Durante l'adolescenza lo adoravo, adesso noto certi passaggi un po' troppo gnegne.
Fatto il paio con il fatto che mi stò ascoltando un'intera galleria di compositori contemporanei l'ascolto ne ha risentito. Peccato.
La seconda notazione è: mentre cercavo su internet sono capitato in un blog, un tizio che sostiene di essere illuminato, che legge il foglio e che inserisce la Brand Corporation fra i suoi link.
E che attribuisce la teoria del domino a Bush.
È proprio vero, monsier de La Palisse invidierà questa mia affermazione: non importa quando è scemo un leader, ma il fatto che per quanto scemo e ignorante sia, seguaci che lo superano in queste due non invidiabili scale si trovano sempre.
La Brand Corporation, la prima volta che ne ho sentito parlare, non era il tink tank della destra americana, ma una copertura dell'industria petrolifera per mettere in campo un complotto per prendere il controllo della Casa Bianca in una storia dei Vendicatori.
Adoro il realismo delle storie di supereroi.

nuova fan fiction

Un tizio disse, in un film
così tante cose da fare e così poco tempo...

in effetti sono indietro di parecchio in quasi tutto.

Mo che ho finito col congresso di circolo cercherò di recuperare.

intanto leggetevi l'episodio conclusivo di Kl'rt

domenica 15 giugno 2008

i buoni

C'ho un difetto, sia nella vita che nelle letture. Nella vita, ovviamente, la questione è più problematica.
Mi stanno sul cazzo i buoni. Dalla bontà, così come socialmente determinata vengono fuori o grosse inculate o disastri colossali. C'è qualcosa che non va o qualcosa che non ci dicono.
Per fortuna, nella letteratura non tutti i protagonisti sono buoni. Più spesso hanno una morale personale molto ferrea ed esigenze relativamente semplici. Al massimo intendono socializzare i loro bisogni con chi ne ha di simili. Per il resto poche pippe.
Questo, nel fantasy, è sempre più raro. Ci sono malvagi abissalmente malvagi e buoni (per lo più principi) che malgrado il fatto che il loro sport giornaliero sia lo sfruttamento sistematico di milioni di persone, sono enormemente ben disposti verso la vita (e ci credo).
Ho letto "Conan il cimmero", ristampa di tre antologie di racconti su Conan di Robert Howard. Curati (e a volte, nel caso di incompiuti, completati) da L. Sprague De Camp (che è uno dei miei autori fantasy favoriti) e Lin Carter. E qui è evidente che
non è sempre stato così. I racconti di Howard non sono così e rileggere le prime avventure di Conan è una straordinaria boccata d'aria.
I malvagi sono abissalmente malvagi, ma di una malvagità materiale, che discende dai loro appetiti. La loro malvagità non è trascendente. Anche i demoni. Anzi, a conti fatti, i demoni hanno una animalità che li rende per lo più innocenti. Caso mai i malvagi sono gli ultimi sopravvissuti di specie pre-umane (ma secondo me sono autorizzati a un po' di astio, tranne lo stronzo che ha ammazzato Belit) e gli uomini civilizzati.
I buoni, semplicemente, non esistono. Al limite esiste gente intenzionata abbattere i tiranni o altri come Conan (che è un guerriero, quindi non è che viva di opere buone) che se venissero lasciati stare in ozio avrebbero solo il problema della noia.
Francamente, abituato alle storie post signore degli anelli, non mi ricordavo più come fosse dura la sword & sorcery. Qui, vuoto per pieno, il più ingenuo degli stregoni bianchi darebbe 25.000 punti di distacco a Sauron in stronzaggine, pur restando uno stregone bianco.
Conan è molto più duro ed ha una moralità molto più rigida di quanto non faccia il suo più noto e terribilmente smidollato omologo cinematografico. Un personaggio veramente grande, anche perché sfaccettato, pur con l'ascia.
Ma soprattutto la complessità dell'ambientazione è affascinante. Per continuare a scrivere storie di ambientazione hyboriana sono tentato di rileggere, di tanto in tanto, questi racconti, prendendo molti appunti. Molti, molti appunti. In ogni caso una lettura mediamente al di sopra del livello del genere.
Anche qui, come spesso succede nella letteratura del periodo, quando si parla di forze extramondo, si mantiene l'ambiguità tra spazio e iperspazio. Mi viene da chiedermi se era voluto oppure dipendeva dal fatto che non gli fregava nulla del problema.

giovedì 12 giugno 2008

È morto Steve Gerber

Visto che non lo saputo fino a stasera, pubblico il mess del sito Planeta.

Ci rammarica annunciare a tutti voi la morte di Steve Gerber, il creatore di personaggi famosi come Howard the Duck.
Gerber, scomparso la scorsa domenica, è stato un prolifico autore che ha lavorato per tutte le grandi compagnie dei comics, oltre ad aver prestato il suo talento al mondo dell’animazione e della tv.

Tra i suoi lavori più famosi potremmo citare, oltre al già menzionato Howard the Duck, Omega the Unknown e The Phantom Zone. Negli ultimi tempi aveva lavorato per la DC su titoli quali Hard Time e Countdown to Mistery: Doctor Fate, serie che ha lasciato in sospeso a causa della sua morte.

Il mondo dei fumetti è in lutto. Riposa in pace, signor Gerber

martedì 10 giugno 2008

brrrrr

Comuncio la mia giornata con "sveglia" della banda bassotti.
Era da un po' che non dormivo così tanto e che non mi sentivo così a posto la mattina.
Da prima della campagna elettorale, i viene da dire, ma certamente esagero.
Fatto sta che da prima della campagna elettorale mi sono fatto prendere da una lunga serie di azioni politiche scarsamente produttive.
Ovviamente intanto abbiamo avuto cazzatine del tipo Fassa Bortolo, la questione delle imprese che sversavano nella discarica abusiva di Passaggio di Bettona, le solite 20.000 lottizzazioni con conseguente modifica del piano regolatore (a Corciano non si costruisce se non in deroga al piano regolatore. E si che l'ha scritto un costruttore) ed il fatto che la questione del nodo ci investe, lo sbocco della mega-inutile opera pubblica dovrebbe essere nel corcianese (ma va?).
Sarà che la questione della ricostruzione del partito sociale non è per noi (ma spero per molti) una bieca tattica congressuale. Come dire, io è un po' che lo dicevo.
Quindi ero un po' depresso dal fatto che questioni di partito e istituzionali, comunque reali e urgenti, si portassero via non tanto il tempo di fare, quanto il tempo di pensare iniziative che ripartissero dalla più elementare pratica sociale. Poi ieri, al concerto di Ferrero (e non volevo neanche andarci, che volete, io mi annoio a ste cose anche quando l'oratore è spesso. È la chiacchiera in se che mi fa sto effetto. Invece è stato sintetico e concreto, pur non abbandonando il necessario orizzonte teorico) ho combattuto la mia forma complessa della sindrome di tourette chiacchierando con un po' chiunque e mettendo giù le basi per un paio di cose interessanti. Intanto mercoledì pomeriggio ci vediamo in un cinque o sei per valutare la fattibilità di una scuola popolare per il recupero dei crediti scolastici (o quello che cazzo sarà, anno per anno, riforma per riforma, visto che più o meno c'è una riforma all'anno).
Poi, visto che nella pratica sociale veniamo buoni ultimi, penso che fregherò qualche idea a giorgino.
Adesso che ci penso voglio fare un salto alla palestra popolare di San Sisto. Magari sarebbe anche ora di andarci. Mi scoraggiava un po' l'estate, ma sembra ormai assodato che l'estate non sarà torrida. Vedremo.
Insomma sono di un umore più che buono, per la prima volta da un bel po'. Il prossimo impegno di partito è all'una (ma devo preparare un po' di materiale) corro a scrivere.
Divertitevi.