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venerdì 29 agosto 2008

Burattini

Ho visto (non che sia nuovo) lo spot di wake up, su Mtv.
La tizia assonnata che fa colazione con latte, pane e marmellata.
Spalma la marmellata sul pane, a fatica. Poi c'ha un colpo di sonno e la fetta le cade. Dalla parte della marmellata, ovviamente (chissà quanto hanno provato per riuscire a girare quella scena).
Ora, è provato. Le sostanze bisogna conoscerle. È evidente che c'ha bisogno del caffè, appena alzata, non di farina e zucchero raffinati.
Ma ovviamente divago.
In realtà ero qui per scrivere di una delle storie di Fables. La marcia dei soldatini di legno.
La storia è lunga, anche interessante. Ha a che fare con la candidatura del principe Azzurro a sindaco della comunità delle favole, il ritorno di Cappuccetto Rosso (ma di lei parleremo dopo), Pinocchio e tanti strani tizi di legno animato che sembrano conoscerlo, sembrano avere un atteggiamento di superiorità nei confronti dei tizi di carne, sembrano cattivi e lo sono.
È la storia di un passaggio tra il nostro (si fa per dire) mondo e il mondo delle fiabe che viene forzato.
È la storia di uno scontro tra Baba Yaga e la strega della foresta (avete presente quella che mangia i bambini? Quella che non si sa mai come si chiama?). Una bella storia d'azione e d'avventura, in cui il pericolo viene da direzioni inaspettate.
Il principe si rivela un abile stratega, Cappuccetto Rosso si rivela un'altra, non quella della fortezza.
Ovviamente Bianca e il lupo (che chiamano Luca) l'hanno sgamata subito, ma non ci vuole molto, loro sospettano di chiunque. Inoltre tutto era troppo perfetto nella sua fuga.
Apprendiamo inoltre un po' di cose sul funzionamento delle favole (ad esempio, poco dopo la morte di Orsetto, mamma orsa resta incinta).
Cmq la marcia dei soldatini di legno resta una buona storia, avvincente e piena di sorprese.
Altre fave a mollo.
Da leggere.

giovedì 21 agosto 2008

un po' di buonumore rosa

Ho visto "le avventure di Barbapapà", che così a memoria dovrebbe essere un montaggio degli episodi andati in tv (ma così a memoria parliamo di cose successe quasi 40 anni fa).
Affascinante, nella sua semplicità ed ingenuità.
Una favola ambientalista abbastanza ben strutturata, una volta superato lo scivolone iniziale dello zoo.
Tutti un po' troppo bendisposti, come spesso succede nelle opere dirette all'infanzia.
Del resto è ben difficile spiegare ai bambini che il pericolo è in famiglia.
Un limite anche il fatto che i Barbacosi nascono adulti o bambini a seconda della bisogna.
In ogni caso, guardandolo mi sono detto (immagino sia una forzatura dovuta al fatto che come tutti sono uso a rimirarmi l'ombelico): ma guarda un po' da dove nascono tutti 'sti elementali della terra che ossessionano la mia generazione di autori e quelli appena un po' più vecchi.
In ogni caso una bella riscoperta (viva le biblioteche).
Stanotte ho sognato, tra le altre cose (era un sogno abbastanza intricato) che stavo ritoccando un quadro. Insomma che dipingevo. E io so notoriamente peloso. Immagino non c'entri nulla.

mercoledì 20 agosto 2008

parliamo di favole

Beh, questa serie è già iniziata da tempo, da molto prima che aprissi questo blog. Quindi non si inizia a bocce ferme, recupereremo le parti necessarie durante l'analisi... la trattazione... le cazzate, insomma.
Sto autore lo conoscevo, in inglese, per una delle prime cose che aveva fatto nel periodo d'oro del mercato fumettistico americano. Si trattava di Elementals, della Comico e nel mucchio degli universi supereroici spiccava. Poi io litigai con il rivenditore di fumetti, mi disinteressai, un po' per necessità un po' per pigrizia, del mercato (e un po' perché lo spazio era già da allora un problema colossale) e vai a capire che fine ha fatto un autore promettente.
Quando hanno iniziato a tradurre Fables ho fatto un salto.
Non so voi, ma a me l'idea di leggere storie nuove di Biancaneve, il lupo, Jack dei Fagioli, Blue, il principe azzurro, Barbablù e non mi ricordo più quale personaggio c'era nella prima storia, dava una sensazione piacevole. In più era ambientata nel mondo "reale", ai giorni nostri, era un giallo ed avevano ucciso RosaRossa.
Ma veniamo alla storia di oggi.
È un singolo episodio, riportato in cima a un volume perché, giustamente, l'avventura editoriale della serie in Italia è stata un po' intricata e questo episodio è necessario alla comprensione della saga successiva.
Va analizzato (wow, continuo coi paroloni) a parte.
Noi sappiamo che ad un certo punto, non si sa come non si sa chi, un esercito composito ha iniziato a conquistare il multiverso dei mondi delle favole.
Dopo lunga e complessa battaglia un gruppo di profughi dalle favole europee è fuggito nel nostro mondo, ha costruito dei posti di guardia ai portali e ha costituito una colonia (anzi due).
Questa storia narra dell'ultima battaglia e della fuga dell'ultimo gruppo.
Una bella versione della serie dell'ultima fortezza.
C'è una quantità di gente sconfinata, ne citerò solo alcuni, perché vorrei parlare d'altro.
C'è Barbablù che accumula un immenso tesoro organizzando l'esodo.
Ma è l'ultima battaglia: è pieno di eroi.
Alcuni sono tra i miei preferiti, scriverò per secoli di loro, oppure: ho intenzione di scrivere per secoli di loro.
Ci sono i sette fratelli corvo, Cappuccetto Rosso (su di lei bisognerebbe fare un post a parte), Loxley e i suoi allegri amici, Brigomart, Boy Blue, naturalmente e la sua storia d'amore con Cappuccetto Rosso sarà centrale in molte saghe successive.
Colonnello Pelledorso (qualcuno dovrebbe averne sentito parlare) e il vecchio Pellinore (una delle sue ultime versioni è famosissima), il cavaliere dalla croce rossa (dicono che abbia ucciso un drago e che sia invincibile, fare la lista delle sue forme sarebbe lungo ed estenuante) e tam delle fate (chi non lo conosce?), ma facciamola corta.
Ah, dimenticavo, il principe e cenerentola.
È l'ultimo baluardo, dicevo, una storia classica d'eroismo, va letta, inutile raccontare un archetipo. La parte che vorrei sottolineare è questa. È stupenda, poetica, dura e triste.
Mette un sacco di fave a mollo, soprattutto la storia d'amore strappalacrime tra boy blue e cappuccetto, ma non solo, ovviamente.
Poi che volete, io con gli archetipi ci vo' a nozze, l'ultimo baluardo potrei leggermelo in 250mila versioni senza annoiarmi mai (ma non fateci troppo conto).
I disegni sono stupendi e il titolo, senza tanti giri, è proprio "L'ultimo baluardo". Tutto da imparare.
Come dicevo, sto tipo è tosto.

martedì 19 agosto 2008

di nuovo hellblazer

C'eravamo fermati a causa dei numeri che mi mancavano e che mancavano anche dalla biblioteca delle nuvole.
Stando alle conoscenze (certo, magari manchevoli) mie e di tutti quelli che ho sentito (e tra tutti facciamo una buona cultura fumettistica) in Italia sta roba non si è mai vista. In inglese non ce li ho. Quando la Comic Art ha sospeso la collana ed io ho iniziato a prenderla in lingua erano numeri già vecchi.
Approfitto della ristampa della Planeta, mi pare più facile.
Dovrò aspettare qualche mese a colmare il buco e proprio da questo numero non arriva più nella mia edicola di fiducia (manco a Truman giocavano scherzi del genere, solo che qui è vero, nessuno sceneggiatore può essere tanto stupido da replicare sta scenetta più o meno sistematicamente).
Della storia di Gaiman avevo già parlato. Partiamo dalla storia del family man (qui non l'hanno tradotto).
Intensa e dura. Per molti versi parla del rapporto col padre. Sono due Costrantine, i rapporti non saranno mai facili. Ma anche col serial killer è un rapporto dello stesso genere.
Non è un suo avversario usuale, deve usare armi più convenzionali e a conti fatti il nemico lo manovra, lo provoca fino all'inevitabile finale.
Ma in qualche modo John provoca la morte di suo padre.
Una storia dura, con un personaggio spesso e che ha lasciato da qualche parte un bel po' della sua spacconeria.
Ai bimbi immaturi che popolano sto pianeta sto personaggio più fragile e più forte non è piaciuto, io credo, invece, che sia una delle migliori storie di Costantine.
Dicevamo anche, svariati post fa che questa storia fa crossover con Sandman.
Family man doveva essere l'ospite d'onore al primo raduno dei serial killer. Ovviamente impedito ad arrivare verrà rimpiazzato dall'auto invitato Corinzio.
L'incubo dei sogni di sangue. E dal suo padrone e creatore, Morfeo, il signore dei sogni, che lo caccia.
anche quella è una bella storia. Dovrei averne già parlato.

c'è nulla

Ascoltando "io non mi sento italiano" di Giorgio Gaber (e il fatto che stavo per scrivere Italiano con la maiuscola la dice lunga) mi ha colpito un passaggio fondamentale. Quando prende in giro quelli che, poi, comunque, davanti allo straniero ( a proposito, avete seguito la avvincente sfida estiva a chi è la popolazione più maleducata del mondo? I tg ne erano pieni, più della guerra in Georgia) che infama la patria tira fuori il rinascimento.
Ho capito (benvenuto, direte voi).
La fondamenta dell'italianità, della ricostruzione ideologica di una identità nazionale mai esistita, è un momento storico in cui il sistema politico passa all'autoritarismo puro e la letteratura alla bella forma priva di contenuti che non siano "intimi".
Ora, trattandosi di una ricostruzione ideologica posso dire, io non sono italiano.
Benvenuto, direte.
Ma ovviamente non era di questo che volevo parlarvi. Come sempre parto per la tangente.
Il cannocchiale d'ambra, terzo libro della materia oscura.
Un po' troppo lungo, alla fine di questi cicli succede sempre.
Più d'un bel passaggio, evitata la stronzata che temevo dal libro precedente (quella del re è buono, o per lo meno, la colpa è dei ministri).
Semplicemente l'onnipotente ed eterno che ha condannato tutti noi a un terribile ed eterno campo di concentramento non è né l'uno né l'altro. È oramai un vecchio bacucco ad un passo dalla fossa.
La seconda
grande ribellione è in pericolo. Basteranno du ragazzini e una tribù di cosi con lo scheletro a losanga e che corrono su ruote vegetali a fare la differenza?
A conti fatti il libro è buono.
Peccato che nel finale, a prima vista buono, si perda tutto. Infatti inventato e attaccato li, tanto per fare il finale sofferto, ci sta il sovvertimento di tutto il ciclo.
Questo non è un universo di merda perché una banda di criminali autoritari e attaccati al potere come tale lo ha reso così.
Questo è un universo di merda. Anzi, è un multi-verso di merda.
Con tante grazie a tutte le sparate su ciò che è bello e piacevole nella vita.
Un vero peccato tutto un libro buttato nel cesso dietro alla massima protestante " la merda accade perché non hai lavorato abbastanza duramente".
Proprio vero che un'educazione religiosa non te la stacchi di dosso nemmeno con la carta vetrata.

lunedì 18 agosto 2008

sociopatie

È evidente, so uno psicotico asociale.
C'ho schizzi di rabbia di fronte al fatto che quando riportano il titolo dell'album di Frank Zappa ', ci aggiungono tra parentesi "apostrophe". Ma me ne fregasse qualcosa. Così a freddo.
I mortali c'avranno i loro limiti, cazzi loro.

lunedì 4 agosto 2008

gioco

un simpatico giochino