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domenica 16 agosto 2009

che difficile trovare i titoli

Mentre mi accingo a scrivere l'Ansa batte notizia. Ardea, stupro. Ragazza denuncia stupro sulla spiaggia. Si verifica la posizione di tre romani.
Apparentemente tutto torna alla normalità. Quando non c'è bisogno di fomentare la caccia al mostro, all'alieno lo stupro rientra alla sua funziona normale.
La donna lo denuncia, ma prima di passare al'arresto o quel che è, bisogna vedere se proprio non si riesce a levarli dai guai, 'sti poveri ragazzi.
E non sento nessuno protestare che intanto ci sono tre pericolosi stupratori in libertà. Non sono percepiti come il mostro.
Meglio alleggerire, che il mondo è abbastanza terribile.
Passiamo al verificare come me lo giustifichiamo.
Malgrado il fatto che c'ho un par de metri de fumetti da recuperà, me sto a legge anche qualche omo ragno degli anni '90 che avevo saltato intenzionalmente.
Un altro dei miei periodi di crisi di spazio risolti con l'accetta.
Ora, è provato che i periodi di crisi di spazio si risolvono più facilmente durante le trame che mi fanno girare i cojoni. Non ci vuole un genio per capire che è più facile trovar posto per una storia che ti piace.
E francamente, ste storie, anche lette a piccole dosi molti anni dopo, non brillano.
I difetti più gravi sono: troppo psicologismo (che tradotto nella logica "soap" del fumetto seriale si può tradurre in: troppi personaggi porettammé); trame complesse e strascicate per così tanto tempo che perdono di senso e diventano tormentoni; personaggi che volendo troppo giocare sul mistero che li avvolge restano assolutamente fumosi.
Da lettore coerente, man mano, lemme lemme, li leggerò comunque. Ma si tratta della lettura di storie che mi servono solo per la migliore comprensione di trame che ho già letto in riduzione.
È facile che basti poco per farmi fare qualche pausa.
Che so, come la storia del Ragno Rosso, il Goblin nipote di Ben Huric e il clone di Gwen Stacy (dimenticavo, in questa storia sotto la maschera del Ragno Rosso c'è Peter, come conseguenza di una sottotrama che coinvolge Ben Reilly, un clone di Peter, Kaine, un clone di Peter e un terzo clone di Peter ancor più difettoso. Ditemi poi come faccio ad evitare le ripetizioni, quando ne parlo).
Per quanto riguarda la storia di Traveller, invece, ho l'impressione che alla fin fine si tratti della solita tempesta in una bottiglia.
Per inciso, alla fine, a meno che il tizio o i tizi che hanno fatto i riassunti non se droghino male, sta trama c'ha un paio de buchi che ce passa dentro un tir in derapage.
Che i tizi che fanno i riassuntini in rete se sbronzino de profumi e pratichino il consumo incompetente dei funghi più strani è un'ipotesi che, seppur non verificata, è credibile, visto il tasso di incomprensione macroscopica della trama che spesso dimostrano.
Vedremo.
Ora, è cultura diffusa che la lunga saga del clone segni uno degli esempi migliori de come se sputtatano idee anche buone (o per lo meno accettabili) dietro la folle necessià della scena ad effetto a tutti i costi.
Lasciamo da parte la grottesca morte de zia May. O meglio, trattamola solo superficialemnte perché richiederebbe un lungo post a parte.
Quando so in crisi riduzionista liquido sto tipo de trame con un laconico "il non voler vedere l'ennesima resurrezione è già una buona ragione per non uccidere un personaggio centrale".
È stato più laconico John Romita Jr, nel criticarla: "Se hai qualcosa da raccontare non hai alcun bisogno di uccidere un personaggio".
Soprattutto, aggiungo io, quando questo è ridondante, come ridondante è la morte di zia May nella vicenda narrativa di Peter.
Sono già morti i suoi genitori quando era bambino. È morto lo zio con cui è cresciuto e nell'episodio pilota della serie, non in un posto qualsiasi.
È morto il suocero, in una scena magistralmente soap. È morta la seconda fidanzata come conseguenza dello scontro con la sua nemesi. È morta la sua nemesi, che era il padre del suo migliore amico e che era uno dei pochi che lo apprezzava.
È morto il suo migliore amico, come conseguenza della morte del padre, del trauma.
Sono l'unico che percepisce una ridondanza che può arrestarsi qui? Che per lo meno sarebbe meglio interrompere qui per scrivere qualcosa di nuovo.
Ma ok, non volevo parlare a lungo di questa cosa. Torniamo al contingente
Tutta la trama di Warren, se scritta meglio e non espansa per 200 numeri poteva anche risultare buona.
Una bella storia di cloni da gusto a tutti scriverla (poi non sarà "il presidente moltiplicato" ma del resto nessun'altra lo è).
Che una delle 5000 basi di Goblin potesse essere scoperta, al di la che non è una novità (l'ha trovata Henry, l'ha trovata lo psichiatra di Henry, l'ha trovata il marito di Betty, l'ha trovata persino il primo tizio con la testa a zucca, la lista sarebbe lunga) ci può anche stare.
È l'ennesima ridondanza ma almeno un senso ce l'ha.
Se lasci in giro un arsenale prima o poi qualcuno lo troverà, magari è possibile pure che lo usi.
Anzi, stando alla III legge Morrison sul funzionamento degli universi narrativi, in quell'universo li è raro che non lo usi.
Ma dio santo. Se trovi l'arsenale di uno dei maggiori criminali della città e vuoi usarlo per diventare un eroe, per quanto tu possa essere incapace, vuoi cambiare almeno il costume?
Che c'è? Hai un'idiosincrasia rispetto all'evitare scontri inutili con gli altri vigilanti della città?
Insomma. Ste du o tre cose, tanto de veleno sul fumetto marvel de quel periodo avrò l'occasione de rovescianne da un'altra parte. Un'ultima cosa, però, che mi sovviene. I cloni di Warren hanno un fattore degenerativo dovuto ad un difetto di replicazione. Chi più e chi meno. Ma cazzo. Possibile che proprio il suo personale, seppur uno solo, degenera proprio alla fine dell'episodio, nel momento in cui era diventato un impiccio? No, dico. Visto che ai fini della storia non serviva a nulla, potevano pure evitare di mettercelo. Almeno aveva un senso. Un po' come il correttore ortografico di questo blog. Essendo inutile, se non dannoso, non sarebbe meglio levarlo?

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