Un romanzo e insieme una successione di racconti.
Questo libro di una delle autrici che amo di più è perfetto nel genere.
Come in quello che è forse il capostipite del medioevo lontano futuro, in cui i crismi del romazo gotico tornano in un futuro così lontano che il sole ha un altro colore e la decadenza atrtraversa ogni cosa, noi vediamo questa società in cui gli altri pianeti sono da tempo abitati, da così tanto tempo che la Terra non è più neppure la periferia del cosmo e un residuo di umanità stanca si spegne lentamente in una infinita decadenza.
Ed abbiamo l'incontro con la Morte personificata, i fantasmi del passato che infestano i luoghi, reminiscenze di vite passate che sono la norma.
Qui, in qualche modo originale, abbiamo anche sprazzi di ottimismo, di non tutto è perduto, ma sempre carichi della nostralgia e del dolore che questo sottogenere prevede.
Quindi più vicino a Zothique che al Cugel di Vance.
Ma, insieme, del tutto personale.
Mi chiedo, ogni tanto, se questo vizio di centellinare alcuni degli autori e delle autrici che più amo non sia un vezzo. Ma in effetti la certezza che in ogni caso c'è certamente qualche opera da cui posso ancora aspettarmi molto mi aiuta a leggere anche altro.
Davvero un doppio si
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