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lunedì 14 luglio 2008

roccambolesco

Per i nostri standard non è che questo termine possa veramente applicarsi a questi due libri.
In realtà in tutto e per tutto si ha l'impressione che di uno solo si tratti, tanto poco è lo stacco tra il primo e il secondo.
Ma andiamo con ordine. Ho letto "il genio del male" e "la più bella di Parigi", i primi due libri della saga di Ponson du Terrail su Rocambole.
In realtà il personaggio da cui prende il nome la saga appare verso la fine del secondo libro, per rettificare un periodo di stanca della narrazione che fin li si era fondata sul predominio del meno idiota.
Sia ben chiaro, da un interessante spaccato della Francia degli anni 40 dell'ottocento. Per certi versi più credibile, poiché si concentra più sull'ambientazione che sui personaggi, di opere contemporanee di bel maggiore levatura.
No, veramente. E' credibile.
L'intera trama si regge sul fatto che più o meno tutti si fidano più di quello che dice un uomo dai modi affabili e furbeschi che di quello che vedono davanti ai loro occhi.
In un primo momento mi sono anche incazzato, un po' infastidito dalla esilità della trama. Poi ho fatto mente locale. Un po' di zapping in tv, un salto al bar. Pensandoci bene è incredibilmente realistica.
Per lo meno, io lo vedo accadere di continuo.
Uno ti rapisce, inganna, racconta palle?
Tu gli credi.
Uno ti dice che il pericolo non sono i suoi amici mafiosi ma gli zingari? Tu gli credi.
Funziona. E' credibile. Nulla da obiettare.
Ovviamente se uno dei personaggi (tranne i padroni, è ovvio) avesse la più banale coscienza di classe, tutto cio non reggerebbe. Ma è proprio sulla divisione delle classi che si fonda tutta la trama. Gli uomini di pregio sono affidabili per definizione. Le donne di pregio caste e pure per natura. Sic est.
Tant'è che i protagonisti, i buoni, sono tre coppie. Due sono nobili. Due carciofi inenarrabili, ma tanto che gli frega, sono persone di pregio. Da omaggiare e arricchire per dovere sociale. Due borghesi (ma lei è segretamente figlia di un nobile. Matrimonio di elevazione sociale per lui). E due operai. Pulizia e dedizione al lavoro, altro non gli è dato.
Tutti contentissimi della loro posizione. E sti cazzi, i nobili li capisco. Ma i du operai so veramente dei fessi indegni. Purtroppo nella moria di ladri, servitori e lacché (in effetti non un soldo di danno, a pensarci bene. Manco per il lacché simpatico del visconte. I servi toccherebbe ammazzalli tutti) loro sopravvivono. Non si può avere tutto.
Insomma, peccato che questa è tutta gente da sparargli alla nuca, perché una storia non è che si regge su tizie tizie del genere.
A dir la verità, in un passaggio, quello in cui Armand (il visconte) entra in possesso della propria eredità (anche sto pippone sarebbe veramente lungo da narrare, vero feuilleton) e nel rapporto col lacché c'è un bel po' del nucleo del personaggio Bruce Wayne, che vedrà la vita quasi ottanta anni dopo. La differenza è che Wayne è dotato di un cervello funzionante. Stò tizio, invece, con un intero esercito di sbirri, si fa infinocchiare da tre o quattro mezzeseghe. Proprio vero che se non capisci un cazzo il tuo lavoro è lo sbirro.
Anche il genio del male, il fratellastro Andrea (e chi, sennò) è un'altra mezzasega. Solo, un po' meno cojone della media. Chiaro che li in mezzo ci sguazza. Ma appena arriva uno che non è del tutto ciula il suo intero piano si sgretola.
Gli unici due personaggi degni di nota sono la concubina Louise (detta Baccarat. Sorella dell'operaia idiota) che ogni due per tre ricorda un fesso che s'è sparato perché non glie la dava (ogni volta uno diverso) e che appena si rende conto che non è trattata alla pari e si sveglia smonta il piano "abilmente" congegnato di Andrea e appunto, quando arriva, Rocambole. Spaccone, cinico, interessato al guadagno e con un cervello funzionante.
Poi cambierà, diverrà un po' più buono, mi dicono.
Ma ok, dopo tanti tentativi finalemnte trovano il personaggio. Tanto buono da entrare nel linguaggio e modificarlo. Dopo di lui sentendo Rocambole uno non pensa più a un tipo d'aglio spagnolo meno piccante. Pensa a storie d'azione rutilanti. Rocambolesche, appunto.
Quindi, malgrado il fatto che ogni tanto mi so incazzato e che provo un profondo disprezzo, sia di classe che perché sono idioti, per gran parte dei personaggi, la trovo una lettura interessante.

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