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venerdì 27 giugno 2008

sparare

Visto in foto, a conti fatti, non è che l'accrocco faccia la sua porca figura.
Il grosso era l'intreccio di cavi, ma non rende molto.
Passiamo ad altro.
Pur essendo, nei limiti degli impegni, ancora abbastanza nottambulo, i Fuori Orario, per lo più, li registro.
Immagino non sia una cosa particolarmente originale.
Ora, qualche giorno fa ho visto questo. a dir la verità l'ho visto in tre tappe.
Il titolo l'ho già dimenticato, cmq era quello in cui mostravano il killer di Darejan Omirdaev e the killer di John Woo.
Perché in tre volte? Intanto li registro proprio per vederli spezzati, raramente ho 5 o 6 ore consecutive per stare davanti alla tv.
Poi... beh, francamente, il killer è un film di una lentezza esasperante, con lunghe sequenze di camera fissa su oggetti il cui significato mi sfugge completamente e che non ti puoi neanche alzare e fare contemporaneamente qualcosa d'altro, nei momenti di maggior stanca, perché sottotitolato.
Peccato, perché l'intenzione era buona, fare un film che mostra quello che è diventata la società dopo il crollo dell'Unione Sovietica, raccontando la storia di un tizio che si rovina la vita indebitandosi per un banale incidente d'auto.
Banale per noi che c'abbiamo l'assicurazione obbligatoria, ovviamente (ma ce la leveranno, non preoccupatevi. Altra misura di sana selezione della specie).
Un bel contrasto con l'accademico, le cui lamentele per la perdita dei privilegi da accademico della scienza che aprono il film.
Purtroppo il cinema Sovietico era spesso esasperante rispetto ai tempi dell'azione, il crollo del sistema ha distrutto un sacco di roba, parte buona parte merdosa, ma questo l'ha lasciato intatto.
Stacco netto. John Woo, non ricordo più a quale festival, presentò un videogioco spara-spara.
Di quelli che sparandoti ti fanno solo un danno relativamente piccolo.
Poi passiamo a The killer.
L'azione è velocissima, viene applicata la regola numero uno dei film d'azione di Hong Kong (nessuno muore per un banalissimo proiettile) nonché il primo corollario (più il personaggio è tosto, più roba ci vuole per ammazzarlo). Il (mi pare) venticinquesimo corollario è: è obbligatorio usare il bazoka come arma antiuomo da vicino, malgrado il suo effetto sia ampiamente discutibile. Mentre il corollario 3 di qualsiasi film d'azione (nulla fa scheggia esplodendo) è perfettamente rispettato anche qui.
Ora, il film è avvincente, lo si guarda con gusto, arriva ad essere estetizzante nel piacere per l'immagine che il regista dimostra.
Ma, alla fine...
La storia di un killer che si innamora di una vittima collaterale della sua azione e che si sacrifica per trovare i soldi per l'operazione che le restituirà la vista.
Intanto fa amicizia con uno sbirro e perde il suo unico amico.
Il tutto negli intervalli di sparatorie in cui non vengono sparati meno di 15.000 proiettili.
Beh, un solo commento, i contenuti del primo con la forma del secondo avrebbero fatto un film perfetto.

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