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martedì 24 giugno 2008

un po' de cazzi mii

È un po', da prima delle elezioni, a conti fatti, che stò a sbroccà. Se non me do 'na calmata comincerò a avecce più di un problema. Per adesso i problemi ce l'ha l'ermi che non me sopporta più. Fatta la tara che 'ste cose non so mai colpa de uno solo, come biasimarla? Non me sopporto manco io...
Quindi mo, mentre bevo la seconda caffettiera della mattinata, prima di farmi una doccia e uscire per buttare un po' de monnezza al riciclo (qualcuno dovrà pur farlo) e smadonnare perché la solita sfiga vuole che ogni due per tre mi salta un pezzo del computer (che volete, ormai so vecchi anche i pezzi che avevo cambiato, fortuna che c'ho il portatile) e poi rientrare per fare du cazzate prima di andare alla laurea della Francesca (arriverò in ritardo, ovviamente. Ormai è un classico. Sto recuperando i crediti per le lunghe attese? Un'insolita concezione della bilancia karmica) butto giù du appunti.
Tanto per riprendere a postare regolarmente.
Cominci dall'ascolto di un album, piuttosto vecchio, dei Weather Report (mi direte, piuttosto vecchio si, so morti quasi tutti).
In realtà non è proprio così, anche perché in questa formazione aperta so passati quasi tutti i tizi tosti del jazz (esagero)
In ogni caso si tratta di Domino Theory.
Un veloce salto su internet è esaustivo (beh, non esageriamo, da un'infarinatura) su che vol dì.
Due veloci notazioni.
È ancora un bell'album, ma i miei gusti sono cambiati. Durante l'adolescenza lo adoravo, adesso noto certi passaggi un po' troppo gnegne.
Fatto il paio con il fatto che mi stò ascoltando un'intera galleria di compositori contemporanei l'ascolto ne ha risentito. Peccato.
La seconda notazione è: mentre cercavo su internet sono capitato in un blog, un tizio che sostiene di essere illuminato, che legge il foglio e che inserisce la Brand Corporation fra i suoi link.
E che attribuisce la teoria del domino a Bush.
È proprio vero, monsier de La Palisse invidierà questa mia affermazione: non importa quando è scemo un leader, ma il fatto che per quanto scemo e ignorante sia, seguaci che lo superano in queste due non invidiabili scale si trovano sempre.
La Brand Corporation, la prima volta che ne ho sentito parlare, non era il tink tank della destra americana, ma una copertura dell'industria petrolifera per mettere in campo un complotto per prendere il controllo della Casa Bianca in una storia dei Vendicatori.
Adoro il realismo delle storie di supereroi.

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