Post in evidenza

licenze

  [Commons Deed] [Legal Code]

mercoledì 2 aprile 2008

Bone

È un po' che non faccio un post lungo. Non avevo letto nulla che lo meritasse.
Anche questa è una rilettura, è un po' che malgrado il metro e mezzo di fumetti arretrati che svettano in camera faccio per lo più riletture.
Sarà l'età.
In ogni caso Bone è un signor fumetto, un fantasy di altissimo livello e un'opera d'arte come poche.
La cosa che adoro di più di questa storia sono i silenzi.
I silenzi hanno senso solo nel fumetto e, in forma minore, nel cinema.
O meglio, nel cinema hanno lo stesso senso, ma le facce stilizzate nel disegno hanno il vantaggio di riportare solo i segni necessari a sottolineare i sentimenti, le impressioni del personaggio.
Per questo che nel fumetto una faccia inespressiva o con una sola emozione è devastante.
In questo fumetto i silenzi sono rilevanti.
La faccia si ferma, rimane immobile per tutto il tempo in cui il personaggio riflette, per lo più sulla dichiarazione dell'interlocutore. È una sola vignetta, ma spesso sembra durare un tempo infinito.
Poi ricomincia a muoversi.
E la reazione non è scontata. Ha pensato, ha valutato, reagisce al contesto, non alla tesi narrativa dell'autore (in realtà non è così, da questa parte del quarto muro lo sappiamo, ma non ci sono forzature).
Cambiano idea. La differenza non è minima.
Chi legge sa che i personaggio granitici fanno spesso il perno del fantasy, ma il troppo stroppia.
Altra cosa splendida sono le dinamiche di gruppo.
Si capiscono, seppur tratteggiate con pochi rapidi schizzi.
La reazione al pericolo, la ricerca di un capo espiatorio, la tendenza ad assecondare la risposta facile.
La presa di coscienza.
Avevo qui solo alcuni volumi quindi ho preso quelli mancanti alla Biblioteca delle Nuvole, questo vi eviterà una lunga serie di citazioni (poiché li ho già riportati a favore dell'ennesima rilettura) ma ho il volumone in inglese.
Ho però notato che non ho ben contestualizzato la storia.
È un fantasy, per molti versi classico.
In realtà, se vediamo bene, di classico non c'è quasi nulla.
Solo la principessa nascosta.
Solo il grande nemico.
Intanto i protagonisti. La storia inizia nel pieno dell'azione, i Bone sono stati cacciati da Boneville e si sono persi nel deserto.
Ora, i Bone non sono i soliti contadini o paesani che diventano i protagonisti del fantasy che io chiamo di crescita.
Difficile descriverli, ma ci viene in aiuto l'immagine, per la precisione questa. Non è il disegno della storia, è la copertina del gioco, ma ci sono tutti e tre.
In tutta la storia si cacceranno in situazioni da personaggi come loro. Sempre.
Eppure sono il centro della narrazione, di una narrazione che più volte diventa veramente drammatica. In fondo è un fantasy. Chiaramente questo è un mondo narrativo che strabocca di intelligenza, tanto quanto il fantasy, ma di più. Perché in questo mondo tutti parlano e chi non parla è strano che non lo faccia. Le specie più diverse sono intelligenti, hanno sentimenti, sono vive. Poche cose assecondano il razzismo e solo per gli idioti.
Poi Nonna Ben e Thorn.
Nonna e nipote, abitano in una piccola fattoria nella foresta.
Scopriremo man mano quanto sono importanti.
Ma nonna Ben, vediamo di capirci, ha una forza e una capacità combattiva straordinarie.
Chiunque ce l'avrebbe mostrato facendola combattere e vincere una battaglia impossibile.
E infatti tiene testa a una banda di Rattodonti a suon di pugni.
Sui Rattodonti tornerò poi.
La successiva impresa di nonna Ben riguarda la corsa delle mucche.
Nel villaggio la festa di primavera è caratterizzata da un rito. Si lasciano libere le mucche lungo un tracciato e le si incita a correre. Poi si scommette su chi vincerà.
Partecipano alla corsa solo le mucche più forti. E nonna Ben. Che vince sistematicamente.
In realtà è una vecchietta simpatica. Tutti la considerano una vecchietta simpatica e tutti temono la sua ira (e ci credo, vince sempre la corsa delle mucche.).
Poi c'è Lucius. La dinamica di Lucius, l'oste, è splendida. Raccontarla per sommi capi sarebbe rovinarla.
Basti dire, però, che intelligenza, diffidenza dalle risposte facili e evidentemente sbagliate (ogni problema ha una risposta facile e lineare. Quella sbagliata. Disse quello) coraggio e abnegazione ne fanno l'eroe perfetto. Con un peso d'errori che lo segnano. Non è nato perfetto, ha costruito la sua conoscenza. Molti personaggi fondamentali sono vecchi. D'età e d'esperienza.
Poi Ted.
Ted è una cimice. È il primo personaggio che Fone Bone incontra.
Apparentemente per una gag quasi gratuita.
Sarà fondamentale come consigliere per quasi tutta la storia.
Grazie alla sua conoscenza del mondo e la sua amicizia col drago rosso.
Poi, appunto, ci sono i draghi.
I draghi sono i vecchi dominatori del mondo, al tempo in cui la magia era viva e l'evo dei sogni perfettamente attiva.
L'evo dei sogni è una cosa a metà fra il tempo del sogno e il canto della terra del culto arturiano.
E infatti è connessa al drago. Non a caso, credo.
È la fonte di tutta la magia del mondo e contemporaneamente è il mondo. Solo che noi non lo percepiamo più.

Non a caso, inoltre, questa è una società per molti versi matriarcale. La casa regnante si trasmette per via matrilineare, la regina esercita il potere. Le dinamiche sociali della Dea sono ancora forti.

Un classico, chiaramente.
Ora, il drago rosso è stupendo, essenziale, agisce solo quando serve.
Risponde alle dinamiche della società dei draghi e trasgredisce solo quando è veramente necessario.
Ma la sto facendo troppo lunga e tanto, senza leggerlo, non si capisce fino in fondo.
Anche perché più o meno ogni personaggio è fondamentale e quindi dovrei parlare degli animali, dei Rattodonti, dei contadini, dei preti guerrieri ecc ecc.
Solo due cose ancora.
I Rattodonti. I Rattodonti sono l'antagonista storico degli umani (e di più o meno qualsiasi altra cosa di carne). Mostri carnivori che rispondono a strette dinamiche di branco.
Tre di essi hanno un ruolo centrale nella narrazione. Anzi 4. Non vi tedietò con tutte le loro avventure. Due sono sfigati che cercano di sfuggire alla dinamica della guerra. Uno è un cucciolo ribelle e uno è il capo dei branchi.
Quando il capo dei Rattodonti, Kingdok si trova nel confronto finale con Thorn, pronto a fermarla nell'ultimo metro dall'oggetto sacro che li salverà tutti, invece che 14 pagine di battaglia all'ultimo sangue e in conseguenza della storia questa è la scena.
Thorn: Fammi passare, Kingdok
Kingdok: (che fino ad ora era sempre saltato al collo di chiunque) Devi uccidermi se vuoi prendere la corona. È l'unico modo.
Thorn: La valle è distrutta. La locusta ha distrutto entrambi i nostri popoli. Perché vuoi fermarmi?
Kingdok: Guardami. Ero un re potente. Ora sono uno schiavo. Una marionetta che non è più padrona neppure di se stessa. Quindi uccidimi o io ucciderò te.
E Thorn rinfodera la spada.
Thorn: Non ti ucciderò. Ora, per il bene di entrambi i nostri popoli, stai fermo.
Kingdok: Uccidimi. Io sono quello che ha sbranato i tuoi genitori. Ho divorato tua madre che era ancora viva.
Thorn si infuria. Ma riprende il controllo.
Thorn: Devo toccare la corona di corni.
Ovviamente Kingdok non può accettare questo rifiuto, la battaglia ci sarà lo stesso e, come prevedibile, rischierà di compromettere l'esito della storia.
Ma cambia completamente di senso.
Contrariamente al fantasy classico i buoni sono quelli che fanno di tutto per evitare il conflitto inutile, distruttivo. Ci si ribella all'oppressione, allo sfruttatore, a chi cerca di ucciderti. Non al diverso.
Con questo credo di aver finito. Leggetelo, ne vale veramente la pena. Io, dopo la quarta volta, non sono ancora per niente sazio.

Nessun commento: