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giovedì 15 maggio 2008

kirikù

Nasce un grande mago.
Nasce da solo e ancora neonato pensa da solo ai propri bisogni.
Il dialogo con la madre è notevole.
Notevole è tutto il film e la vita in un villaggio in una zona non meglio definita dell'Africa è credibile (verosimile, dovrei dire). Ovviamente i seni nudi delle donne hanno comportato la non distribuzione nei paesi anglosassoni.
Ci sarà una ragione se l'umanità, sotto il loro dominio, rischia l'estinzione.
In realtà è una storia interessante e intelligente, in cui un bambino magico, saggio e veloce, capace di parlare prima ancora della nascita (che simula un rituale di iniziazione, invece che il contrario) contrasta e alla fine "vince" la strega che angariava il villaggio.
La chiave del successo di Kirikù, operò, non è la pistola più grossa (la forza) ma l'intelligenza.
La domanda che pone sempre e a cui nessuno, di coloro che perseverano nella stupidità (si, sta qui la chiave, la soluzione sta nei processi complessi, troppo difficili perché i più vi si dedichino) sa dare la risposta è: perché la strega è cattiva? Perché la soluzione di tutti i problemi sta nella conoscenza delle cause. Non nella pratica del fascismo internazionale.
Il film infatti, si conclude con l'accoglimento della strega nella comunità, non col suo annullamento.
Credo sia anche questa una delle ragioni per cui il film non è stato distribuito nei paesi anglosassoni.
Incidentalmente in biblioteca c'era anche Kirikù e gli animali selvaggi, una serie di racconti fuori scena della storia principale, carino, altrettanto ben fatto, ma chiaramente meno denso.

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