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giovedì 29 maggio 2008

doni?

Bella domanda.
Non perché sia l'ultimo, ma è probabilmente il miglior libro della serie.
Tutti, compreso questo, soffrono del fatto che la necessità di adeguare la narrazione ad un anno scolastico fa si che almeno fino alle vacanze di Natale si gira a vuoto.
Il risultato è che di Harry Potter si da una figura di un ragazzetto un po' scemo e ossessivo, più vicino alla visione che ne da Piton che a ogni altra.
Ora, io credo ci siano un paio di passaggi su Piton, in questo libro che sono magistrali.
Non succede più o meno nulla che non fosse prevedibile dal precedente, per chi ha seguito attentamente i dialoghi tra Silente e Piton, per lo meno.
Il passaggio migliore, ovviamente, è uno in cui non appare neppure, ma parlano di lui.
Notevole tutta la parte dei ricordi, soprattutto il conflittuale rapporto con Silente. Di cui abbiamo una visione nuova e più complessa, rispetto al bonario preside della scuola.
Interessante anche la parte ambientata nel testa di porco. Una delle cose meno prevedibili, anche se era evidente che quel personaggio, prima o poi, doveva scappare fuori.
La cosa interessante è che il regno del signore oscuro non è una cosettina all'acqua di rose, come spesso capita nei libri con lo stesso target.
Qui si crea da subito un sistema di morte, tortura, oppressione e RAZZISMO. E per dare la misura reale la gente muore, anche i personaggi più belli.
Chissà perché ci dimentichiamo o cerchiamo di fingere di non ricordarci quanto sia centrale il razzismo nei sistemi repressivi. Ma ok, se non contassero sulla nostra vigliaccheria e la nostra predisposizione a seppellire la testa sotto la sabbia i sistemi di questo tipo non riuscirebbero ad arrivare al potere.
Come al solito si trova più politica in un romanzo di genere che nella letteratura "alta".
La parte di Paciock è stupenda. "«Tu non c'eri» obiettò Neville. «Non l'avresti sopportata nemmeno tu. Il fatto è che reagire è utile, dà agli altri un po' di speranza. Lo notavo sempre quando eri tu a farlo, Harry»."
Poi la tipa scrive bene, soprattutto quando la parte centrale non è troppo inconcludente. Se scrivesse male non si riuscirebbe leggere 500 pagine in due giorni. Sarebbe impossibile. È avvincente.
Non dico da rilettura, non sono un appassionato tale da rileggere un ciclo di 7 romanzi in cui (tolto forse il primo) c'è una parte del tutto superflua in più di cose da leggere (o rileggere lo ammetto) ne ho milioni. Però è stato piacevole, ammetto che non gli davo un soldo bucato quando ho iniziato col primo.
Ma non so se continuerei la lettura. I personaggi migliori non ci sono più. Magari le avventure dei figli. Ma con un antagonista completamente nuovo, altrimenti non si comprenderebbe il senso.
Vabbè, se vi rimane del tempo dateci un'occhiata, in fondo si tratta di un mondo logicoe coerente, il che non è poco.

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