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venerdì 23 maggio 2008

polimar

Delle tre serie di anime "supereroici" capitate in italia questa è la migliore. Lo pensavo allora e lo penso adesso.
E' quella più classicamente seriale, ma il doppio registro comico e drammatico della vicenda, alcuni buoni personaggi (un po' ripetitivi, a volte) la rendono buona.
Entriamo nella serie già avviata. Tutto è già perfettamente impostato. Takeshi lavora già per Kuruma. Scopriremo solo più tardi le origini di Polimar, e si tratta di origini più che accettabili, considerato tutto. La trama che lega la serie è esile, considerato tutto. Narra il periodo in cui il protagonista è scappato di casa, per contrasti col padre.
Adesso che ne so un po' di più del mondo riescoa capire che il contrasto era attorno a quello che il padre chiama "una questione di prestigio". Per un giappo il etrmine ha in realtà un altro significato. Il prestigio è una cosa che se si perde si può riconquistare solo con un gesto estremo e sia il termine prestigio che il termine onore colgono solo degli aspetti della cosa.
Il personaggio è giappo, quindi è un eroe tecnologico. I nemici, terribilmente spietati, hanno un aspetto ridicolo anche rispetto al genere (guardate gli uomini tartaruga, se non mi credete) ma appunto, sono spietati. La serie è, seppur con un registro che farebbe pensare il contrario, molto dura.
Buona, davvero.
L'oav che ho visto, rifatto molto dopo, invece, malgrado il segno non sia male è un po' troppo caotico. Kuruma, cmq, è buono. Gli altri personaggi, tutti diversi, invece, sono un po' tropo schematici.
A conti fatti dubito che gli episodi seguenti migliorino la cosa.
Peccato. Resta comunque una serie originale interessante.

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