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venerdì 15 febbraio 2008

angeli strani

Tra il 1988 e il 1989 ho fatto il milite a Spoleto. Un inferno, mediato, ma neppure tanto, dalla vicinanza a casa e agli amici.
Impiegai la penultima diaria nell'acquisto di un costoso biglietto per vedere il concerto di Laurie Anderson, che si sarebbe tenuto in quel di Spoleto, al suo famoso festival, pochi giorni dopo il mio congedo.
Doppia festa, immaginai.
Ovviamente il concerto venne annullato, non ricordo più nemmeno la ragione innescando una dinamica negativa.
Non so se capita anche a voi di avere situazioni del genere.
Io ho ricorrenze di questo tipo. Film che non riesco a vedere, concerti a cui non riesco ad andare, roba del genere.
Per fare due esempi. Qualcuno volò sul nido del cuculo. L'avrò visto 50 volte. Ma c'è sempre una ragione per cui o è iniziato o non riesco a vederlo fino alla fine.
Non sono mai ragioni chissà quanto catastrofiche. Però ci sono.
I concerti di Laurie Anderson si muovono, nella mia vita, secondo lo stesso schema.
Già non è che ne faccia milioni (che so, fosse un gruppetto rock del cazzo potrei pensare di dargli la caccia per mezza europa. Corri che ti ricorri una data la beccherei) se poi, per una ragione o per l'altra io ho sempre già da fare per quel giorno...
In ogni caso, la tizia ha segnato tre o quattro punti di snodo nella mia vita di fruitore dell'arte e quindi continuo a darle la caccia.
Quando, agli albori del video musicale, vedevo Mr. Fantasy il suo O Superman svettava in quell'arte nascente (continuo a pensare che sia tutt'ora meglio del 99,9 periodico dei video prodotti) eguagliato solo dalla roba di Peter Gabriel (un altro 45 spanne sopra la media.
Sempre Massarini, in una sua intervista a Mediamente (a proposito: ma che fine ha fatto) le tirava fuori la sua teoria sull'opera d'arte nell'epoca della sua modificabilità tecnica (scusate se lo scrivo così) che era più o meno quello su cui mi stavo arrovellando in quel periodo. Una delle tante cose su cui mi arrovellavo.
Bando alle ciance. Volevo parlare velocemente di Strange Angels, l'album della nostra del 1989 (come vedete la mia abissale follia non è l'unica ragione del delirio iniziale.)
Un signor album, che mi consolò non poco della perdita del concerto. Quando il nastro si spezzò per l'uso eccessivo coniai ben 6 nuove bestemmie, almeno una la uso ancora.
Averci rimesso le mani dopo tanti anni, in cui mi sono perso dietro altri ascolti (che volete, sia il tempo che le risorse economiche sono limitate) è stato un piacere quasi fisico. Ragion per cui ve ne metto a parte.

4 commenti:

Barbara ha detto...

Forse tu penserai che io mi sia dimenticata il giorno prima della tua partenza per il servizio militare, quando con mia zia francesca ti demmo un passaggio verso papiano. e tu non spiccicasti una singola parola per tutto il tragitto, e quando la zia ti chiedeva dove doveva andare, dove doveva girare, tu le indicavi la direzione puntando il ditino indice. Ma no, me lo ricordo perfettamente.
Adesso, per completezza di informazione, dovresti scannerizzare e postare almeno una delle tue foto in uniforme e con i capelli corti.

giuseppe ha detto...

vedo se ne trovo una diffondibile.

zambrius ha detto...

Non sarebbe tanto la divisa a impressionarmi, ma i capelli corti. Massarini è uno dei tanti inutilizzati dalla tv deficiente.

giuseppe ha detto...

Per i capelli corti ne ho anche di una volta che mi prese lo schizzo, li feci a spazzola, mi rasai e poi iniziai a girare per masciano salutando da lontano tutti quelli che conoscevo si e no di vista.