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mercoledì 27 febbraio 2008

mandarini

L'album non è lo stesso, ma il nanetto può adattarsi alla perfezione.
Da qualche parte durante gli anni ottanta, quando ancora internet era una voce che atteneva pienamente alla mitologia e il nostro passatempo era sostanzialmente la sala giochi (e la domenica le partite dell'Italcable), in un periodo che posso situare abbastanza precisamente tra le giornate passate sopra il sinclair zx80 e il giorno in cui il mitico roberto volpi mi presentò la barbara (ovviamente sempre in sala giochi) quasi sicuramente dopo l'avvento del defender (che da noi a masciano non arrivò, ovviamente nell'ottanta, esattamente come il zx80) stavo, appunto in sala giochi.
Stavo, mi par di ricordare, a chiacchierà con alcuni mi compagni de classe, immagino de cazzate, tanto quanto si chiacchiera di cazzate in un pomeriggio in sala giochi che invece potesti passare a studiare o, vorresti passare, a pomiciare con la tipa che invece non ti si fila di pezzo.
C'era, non del tutto sovrastata dai rumori dei giochini, la mitica radio (subasio o aut, francamente non ricordo) dove facevano, di tanto in tanto (o forse regolarmente, non è che vi prestassi molta attenzione, avevo già allora una inspiegabile incapacità di soffermare l'attenzione sui riff troppo orecchiabili) facevano il quiz indovina il pezzo.
Parte sto pezzo, credo un 10 15 secondi. Cazzo, me fo,
Coldwater Canyon dei Tangerine Dream. Non è possibile.
Parto a razzo per cambiare i pochi spiccioli che avevo con un gettone, sperando dessero il numero.
Vi ricordate i gettoni?
Mente sono preso da questa fantastica operazione telefona un tizio.
Mi pare di riconoscere la voce. Dice il suo nome. È il mio compagno di banco della terza media e, merda delle merde, indovina il pezzo.
Ora, che dopo due anni di medie proprio in terza mi ha fregato il voto più alto della classe passi, ma cazzo, 100mila lire di dischi in quei anni li erano na cifra, con il mio gusto e la mia capacità di passare anche un'intera mattinata di salina da mipatrini potevano scapparci anche più di 10 dischi.
Ma lo smacco più grosso è stato che non stava in sala giochi, stava a casa a studiare, con la radio accesa.
Ma ok, veniamo al disco.
Come dicevo, non si tratta dello stesso, from dawn 'til dusk è un'antologia, piuttosto interessante, anche se non contiene i pezzi che preferisco.
È comunque buona elettronica, di uno dei gruppi più significativi della scena mondiale, che, come la gran parte di quelli che mi piacciono davvero, non è statunitense (in effetti, tolto il blues e un po' di jazz non so quanti gruppi statunitensi ascolto con un po' di interesse. Di certo qualche punkettaro, un po' di folk. No in effetti ce ne sono).
Scherzi a parte, dalla sconfinata discografia del gruppo, in effetti, scegliere proprio i pezzi che piacciono a me non era facilissimo (anche perché i miei album preferiti sono la lunga suite Zeit (un album doppio) e il live Encore (da cui appunto era presa quella versione di Coldwater canyon).
Dato che hanno fatto, altre a una sconfinata quantità di album, una quasi altrettanta sconfinata quantità di colonne sonore, vi sarà capitato di ascoltarli, magari nella loro ultima incarnazione niuaig.
Sennò ascolte qualcosa di quello che vi ho messo in link.

2 commenti:

Barbara ha detto...

Non ricordavo minimamente che ci avesse presentato roberto volpi. Ti rendi conto amico, ci ha presentato un fascio? Pensa quanto eravamo teneri da adolescenti, frequentavamo fasci.

giuseppe ha detto...

veramente, dolce amica, ci conoscevamo già, sebbene non strettamente.
La cosa, infatti, ci divertì un sacco, allora.