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martedì 19 febbraio 2008

la cuccia del cane

In fretta che devo finire un racconto.
I Canned Heat sono una delle prime band blues bianche, si sente.
Si sente anche in questo album.
Un bel blues ricco e corposo, forse solo un po' troppo pulito (ma li sto ascoltando in parallelo con Big Bill Broonzy e questo può pesare).
Visto che stiamo parlando di gente che, pur essendo in giro da più o meno lo stesso tempo dei (tanto per fare un esempio) Rolling Stones non sembra la parodia che potrebbero farne i vecchietti dell'ospizio di Abe Simpson, il mestiere non gli manca.
In più c'è il fatto che suonano blues, non stanno dietro alle possibili evoluzioni di mercato producendo, di tanto in tanto, qualche pezzo decente.
Un buon gruppo di un genere che segue un'evoluzione ritmata secondo i tempi dell'uomo, non quelli della macchina.
Ma la sto tirando per le lunghe. Un buon album, dicevo, ben scritto e ben suonato. Per niente freddo.
Magari non è il mio gruppo preferito (e se lo è, lo è con un altro nome) però avercene.

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