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giovedì 21 febbraio 2008

ennesima recen

Nella mia, a conti fatti ormai abbastanza lunga storia di ascoltatore, mi resi abbastanza presto conto che la cosiddetta scena di Canterbury avrebbe avuto per me un ruolo primario.
Credo fin da quando mi resi conto che tra le varie cassette di una fantomatica enciclopedia rock dalla quale mancavano la gran parte dei grandi nomi (e per fortuna) spiccava quella dei Soft Machine.
Va da se che, man mano, malgrado la mia straordinaria capacità di menare il can per l'aia, ad un certo punto mi sarei mosso oltre i primi 4 magnifici album di questo gruppo per esplorare le carriere soliste dei singoli componenti.
Cominciai da Robert Wyatt, un po' perché il suo pezzo in quella cassetta mi piaceva più degli altri un po' perché penso che sia una delle più grandi menti musicali del secolo scorso (e di questo).
Esplora che ti esplora arrivai agli Henry Cow e quindi, inevitabilmente (?) agli Slapp Happy.
Dopo sta lunga serie di link veniamo a noi.
Sti du ultimi gruppi hanno registrato più d'un album assieme, per lo più di notevole qualità.
Desperate Straight (che tra l'altro chiederei a quelli più ferrati di me in inglese che po volè ddì, perché dalle mie limitate conoscenze vengono fuori significati conflittuali, se non proprio contraddittori) è un album che solo un contrappasso mi consola dall'aver perso dal 75 a oggi:
è sempre bello fare nuove scoperte, è una delle certezze che mi tengono in vita.
L'album è buono, come dice la scheda che ho linkato più sopra, la fusione fra i due gruppi produce una roba ben più vicina alla mia sensibilità rispetto a quello che fanno gli Slapp Happy da soli (che considero, cmq, molto buoni. Accanto alle sonorità complesse e intellettuali dell'avanguardia inglese, la leggerezza (ma solo apparente) degli Slapp Happy crea spessore ma contemporaneamente alleggerisce le trame. Un po' come sta seduti sul ferro o sulla gommapiuma. Al di la delle preferenze, un giusto equilibrio supera i singoli elementi.
Aggiungerei un link a un assaggio dei pezzi, ma dubito esista. Cmq buona ricerca.
Ps lo so, sarebbe meglio una recensione più tecnica, ma a me da più gusto raccontarvi un po' di cose su, che fare una complessa disquisizione a proposito di

Che volete, l'album non è questo, ma cito lo stesso: l'arte è un martello.

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