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venerdì 29 febbraio 2008

di storie e sanremi

iersera, mentre aspettavo che paolino finisse la sua partitella a carte, che dovevamo parlare d'arci, comune e quant'altro, ho intravvisto un'oretta (forse meno) di sanremo.
Pochi pezzi (o almeno, quelli che ho notato).
Non che sia successo qualcosa, nel mezzo e questo è ancora più preoccupante.
Arrivo buon ultimo nello stroncaggio del festivalle, nella ristretta comunità dei linkati da Giovanni ho già letto cose piuttosto acute. Mi soffermerò su pochi particolari di ciò che ho visto.
Parto da qualcosa scritto in un altro blog. In effetti lo spirito è lo stesso, il vestito pure, la panza idem, non fosse per le orribili scarpe da ginnastica italiche penserei che al posto di Chiambretti ci fosse veramente Magalli con la maschera. Sarebbe una maschera quasi credibile, è abbastanza somigliante.
Chiambretti ci annoia ormai da anni, credo non ci fosse bisogno del festivalle per dimostrare che la sua verve era oramai esaurita.
Certo, la gag col bambino cinese (che mi si dice essere un pianista vero, pensate) dimostra che è ora passata che tutta la tv finisca nel cavo.
Meno onde ad inquinarci corpo e mente.
Non andrò per ordine, è il vantaggio che abbiamo rispetto ai pezzi scritti per i quotidiani. L'altro vantaggio è che possiamo sforzarci di essere intelligenti senza essere minacciati di licenziamento.
Riuscirci è un altro paio di maniche, ovvio.
Comunque Rino Gaetano è passato in tv, a sanremo con frack e cilindro e scarpe da tennis. Credo che dopo questo a sanremo se po' annà anche co la muta.
Certo, in freghino col cardigan sformato accompagnato dal babbino co la giacca rossa non riempiva lo schermo, meglio, era inascoltabile.
Frankie invece s'era messo la muta, vorrà di che legge i blog. Peccato che cristicchi steva meglio de lu co la muta bianca e che il siparietto della partita a scacchi, benché carino, c'entrava come i cavoli a merenda con la canzone.
Rispetto alla canzone dei tiromancino, ingenua oltre ogni dire ma che almeno parla de qualcosa, avrei un nanetto.
Me l'hanno raccontato, piamolo co le molle, La morale, in ogni caso, dato che si estrae dalla narrazione e non dalla realtà, è la stessa.
Tempo fa in una fabbrica in cui lavorava il narratore di questo nanetto c'era un dirigente che era un vero pezzo di merda (non che gli altri fossero dei santi, anzi, ma la storia attiene a lui), uno ce ha fatto piagne parecchia gente.
Mo, com'è come non è, in uno scontro di potere lo fonno fori e lo licenziano, csì come eva fatto lui ogni volta che gli era stato possibile.
A dimostrazione che oramai fare sindacalismo in Italia è un po' come essere conniventi col nemico dopo un po' quelli del consiglio di fabbrica decidono di andarlo a trovare, che so, sembrava brutto non dimostrargli il fatto che comunque, alla fine, avevano un nemico in comune o che so io.
Lo trovarono in stato di profonda prostrazione, mezzo sbronzo, villa in disordine, moglie fuggita co le pellicce. Gli fece proprio pena. Poi dicono perché il sindacato s'è rammollito. È che la lotta di classe non fa per loro. Quando vedi il nemico a terra non dico prendilo a calci in faccia, ma almeno sappi che quello è il suo posto. E se non sai goderne almeno fai il favore di restare indifferente.
Quindi la canzoncina gne gne dei tiromancino, beh, almeno parla di qualcosa.
Il pezzo della rassegna stampa era patetico come tutto il siparietto tra baudo e magalli travestito da chiambretti.
A proposito di chiambretti, mi raccontano un nanetto che, seppur non verificato, è gustoso.
Dal terrazzo di mio cognato si vede l'appartamento di chiambretti (questa è la parte non verificata).
Mo, quando l'ulivo vinse nel 96 si fece fare un coccione di cemento dove piantò un ulivo, sul terrazzo in cima al palazzo.
Mo, l'ulivo, al di la che piantato così soffre, lo devi adacquà e il cemento è una spugna idrovora. Fatto sta che ha dovuto rifà la facciata al palazzo.
Max Gazzè c'ha il simbolo della pace sulla chitarra. Apprezzabile. Woody Guthrie c'aveva scritto questa macchina uccide il fascismo.
Al di la della qualità del pezzo, invece, vorrei spezzare una lancia su Cammeriere. È un signore, ha presentato i musicisti.
Infine, o quasi. Ma chi è il cane che ha fatto i vestiti delle vallette? Ora, vabbè che loro li illustravano quasi fosse una televendita (cosa che, in effetti, è) ma restavano per lo più schifosi.
Non come il vestito di Pietra Montecorvino. Stupendi anche i tatuaggi e la voce.
Sette spanne sopra a chiunque. Peccato l'atteggiamento con baudo. Fatto da qualcun'altra mi sarebbe sembrata piaggeria. È rimasta forte l'impressione di trovarmi di fronte a spiriti di benni.
Comunque un'ultima considerazione, il resto non l'ho visto.
Riuscito o meno (o meno, a mio avviso) c'era il tentativo di portare a sanremo la musica d'autore.
Non è che fai uno spettacolo in prima serata con la musica d'autore e speri di fare share.
San scemo non lo passano neppure e il premio Tenco lo danno alle 23.35 il 15 d'agosto.
Non ci vole una scienza per capire che non è televisiva.



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